M.H. – Material Handling

Soluzioni a problemi specifici

Bat-Buffer è un sistema di accumulo in linea di tipo LIFO che abbiamo sviluppato per risolvere una serie di problemi ricorrenti, riscontrati in più di vent’anni di esperienza sul mercato.

La sua particolarità consiste in un funzionamento in entrambi i sensi di marcia con velocità regolabili garantendo una serie di vantaggi, come la possibilità di accumulare in modo continuo o discontinuo e la possibilità di restituire il prodotto in linea in qualsiasi momento.
Quindi BAT-BUFFER è la soluzione ideale per assorbire le inefficienze dovute alle microfermate, permettendo un recupero di produttività del 10-20%; infatti inserendo un sistema B-B a monte delle macchine di imballaggio è possibile continuare la produzione senza interruzioni anche in caso di fermo della macchina.

Se anche tu hai bisogno di aumentare la produttività della tua linea, risolvendo finalmente il problema delle microfermate possiamo venire in tuo aiuto.

Con i Sistemi di Accumulo MH, non dovrai più preoccuparti delle inefficienze. Sfrutta la nostra expertise e tecnologia per diventare un riferimento di efficienza nel tuo settore.

Partiamo con una premessa: quando si pensa alla fase di confezionamento si presta maggior attenzione alle vere e proprie macchine di confezionamento senza soffermarsi sui sistemi che le collegano.


Ed è qui che entrano in gioco gli accumulatori che possono davvero fare la differenza in termini di efficientamento della linea.
La scelta della tipologia di modello dipende da diversi fattori (anche di natura economica) ma ci sono tre variabili di cui bisogna sempre tener conto.


Bisogna ricordare che soltanto valutando dettagliatamente tutti questi aspetti si potrà rientrare risolvere il problema, efficientare la linea e rientrare rapidamente dell’investimento sostenuto.

Con i Sistemi di Accumulo MH, non dovrai più preoccuparti delle inefficienze. Sfrutta la nostra expertise e tecnologia per diventare un riferimento di efficienza nel tuo settore.

Quando un’azienda deve installare un sistema di unificazione dei prodotti si trova davanti a una serie di variabili che rendono la scelta complessa.

Infatti, la presenza di sistemi di unificazione in una linea di confezionamento indica un livello di complessità e automazione molto elevato all’interno dell’intero processo.

Scegliere l’unificatore “giusto” influisce su:

  • il mantenimento della qualità dei prodotti;
  • il corretto funzionamento delle macchine a valle;
  • l’efficienza dell’intera linea di confezionamento.

Quindi, non si possono commettere errori.
Il rischio di rendere la linea poco efficiente e obsoleta è troppo alto. Per questo quando un cliente mi chiede quale modello sia più adatto, parto sempre da un’analisi molto dettagliata della sua attuale situazione, delle sue esigenze e delle sue aspettative.

Proviamo quindi a fare una breve panoramica su questi macchinari, spiegandone gli utilizzi, i pregi e i limiti.

Intanto partiamo con il dire che esistono diverse tipologie di unificatori ma i principali rientrano in due categorie: unificatori pneumatici o ad accumulo e unificatori dinamici.

Unificatori ad accumulo

Questo tipo di prodotto è dotato di “cancelli” sulle corsie di ingresso che rimangono chiusi in attesa che la sezione di convergenza sia libera, rilasciando poi le file di prodotti in sequenza.

Questa soluzione semplice ed economica presenta due importanti prerequisiti:

  • i prodotti devono essere in grado di sopportare la pressione durante la fase di accumulo;
  • le macchine a valle devono essere in grado di ricevere i prodotti in treno senza essere sollecitate.

Il primo punto riguarda l’integrità dei prodotti e significa che quelli ammissibili sono scatole, vassoi, prodotti impilati in confezioni strette.

È importante approfondire il secondo punto.
All’uscita dell’unificazione, i prodotti sono attaccati l’uno all’altro o comunque molto vicini, ma la velocità del nastro è pari a quella che si otterrebbe con prodotti regolarmente temporizzati e con uno spazio tra loro pari alla dimensione del prodotto stesso.
La produttività media della linea non cambia, ma quando il treno arriva a valle, la produttività istantanea, dal punto di vista della macchina, è doppia.

Per questo motivo, o la macchina è in grado di gestire tale flusso, oppure è necessario normalizzare il flusso con un nastro di rallentamento e uno di accelerazione dopo l’unificatore; questa soluzione però richiede chiaramente più ingombri, due motori aggiuntivi e una logica di controllo più complessa.

Unificatori dinamici

Quando trattiamo prodotti che non possono essere accumulati per il rischio di sovrapposizione (tipicamente flowpack o sacchetti a cuscino) o di danneggiamento per eccessiva pressione o perché le macchine a valle richiedono che i prodotti arrivino con una frequenza regolare e con una distanza adeguata tra un prodotto e l’altro, allora è necessario utilizzare un sistema dinamico.

Un unificatore dinamico è un sistema scalabile composto da una serie di nastri fasatori che accelerano o rallentano i prodotti in arrivo dalle file in entrata, in modo da creare lo spazio necessario per evitare che due pezzi si presentino contemporaneamente al punto di convergenza.

In questi dispositivi i prodotti vengono trattati sempre uno alla volta, evitando così di avere gruppi di prodotti e garantendo una spaziatura regolare. All’aumentare della velocità di produzione, aumenta anche il numero di fasatori necessari.

M.H. è un’azienda Italiana con trent’anni di esperienza nella movimentazione e logistica di stabilimento in qualsiasi settore industriale, che offre differenti soluzioni per i sistemi di accumulo.

 Nell’ambito degli unificatori dinamici la macchina più veloce sviluppata da MH è il sistema dinamico HP, che può raggiungere produzioni fino a 600 ppm per flowpack lunghi 150 mm. A seconda del peso e dell’imballaggio dei prodotti, è possibile utilizzare fino a 5 trasportatori di fase con azionamento brushless e aspirazione a vuoto per gestire le accelerazioni ripide.

Inoltre, M.H., grazie alla sua decennale esperienza, è in grado di supportare le aziende che hanno la necessità di ottimizzare ed efficientare la propria linea di confezionamento, offrendo soluzioni innovative e tecnologicamente avanzate.

Le prime domande che bisogna porsi in questi casi sono: le mie macchine di confezionamento sono adatte a questo sistema? I miei prodotti possono essere movimentati su questa tipologia di unificatore?


Infatti gli unificatori ad accumulo o pneumatici sono dotati di “cancelli” sulle corsie di ingresso che rimangono chiusi in attesa che la sezione di convergenza sia libera; una volta aperti i cancelli, questi rilasciano le file di prodotti in sequenza.

Questa soluzione è semplice ed economica ma presenta due importanti prerequisiti.
In primis, i prodotti devono essere in grado di sopportare la pressione durante la fase di accumulo; vanno quindi bene scatole, vassoi o prodotti impilati in confezioni strette.
In secondo luogo le macchine di confezionamento a valle devono essere in grado di ricevere i prodotti in treno senza essere sollecitate.

Vuoi potenziare la produttività della tua linea di confezionamento grazie all’uso di un unificatore ad accumulo?

La necessità di inserire un unificatore ci indica che siamo davanti a una linea che ha una elevato livello di complessità e automazione.
L’obiettivo è quello di ottimizzare i processi e far performare al meglio le macchine di confezionamento ma se si inserisce il sistema “sbagliato” si rischia di ottenere l’effetto contrario e di trovarsi ad affrontare continui blocchi.

Noi di MH, nell’ambito degli unificatori dinamici, abbiamo sviluppato il sistema dinamico HP, che può raggiungere produzioni fino a 600 ppm per flowpack lunghi 150 mm.
Questo sistema prevede una fasatura uno ad uno dei prodotti realizzata con sistema multi-tappeto con motorizzazioni indipendenti per ciascuna delle piste di ingresso. Il sistema di controllo della macchina consente di controllare il passo tra le confezioni in uscita dal sistema e garantisce che la fasatura venga eseguita senza contatto, evitando il rischio di incastri, sovrapposizioni o danneggiamenti.

Durante la mia carriera mi è spesso capitato di incontrare aziende che avevano commesso l’errore di sottovalutare il funzionamento dell’intera linea di confezionamento dei loro prodotti.

Il risultato: una perdita di efficienza della linea e il rischio che alcuni macchinari non lavorino al meglio o, peggio ancora, si blocchino.

Queste situazioni si verificano quando si pensa erroneamente che per confezionare i prodotti sia sufficiente acquistare delle macchine di confezionamento primario e, se necessario, secondario e non si pensa a quali sistemi utilizzare per collegarle.

In tal senso c’è un’immagine che spesso mi viene in mente quando devo affrontare questo tipo di problema: penso, infatti, che i nastri trasportatori siano come il sistema circolatorio del sangue che permette a tutte le parti del nostro corpo di funzionare. Infatti le diverse macchine di confezionamento richiedono di essere collegate tra loro da un “sistema circolatorio” efficiente che sia in grado di bilanciare le eventuali differenze di funzionamento che possono sussistere tra di loro.

Se si sottovaluta l’importanza del “sistema circolatorio” si rischia di incorrere in problemi e ritardi produttivi.

Quando ricorrere a un sistema di accumulo

Ed è proprio in questo scenario che si inseriscono i sistemi di accumulo che risultano fondamentali in due occasioni:

  • quando bisogna compensare diversità di funzionamento tra due macchine collegate in serie;
  • quando bisogna recuperare produttività in caso di micro-fermate delle macchine a valle.

La prima condizione si verifica tipicamente quando una macchina a funzionamento intermittente viene collegata con una a funzionamento continuo; per esempio la macchina a monte produce gruppi di prodotti a cadenza regolare, mentre quella a valle richiede un flusso continuo di prodotti ugualmente distanziati.

Nel secondo caso invece abbiamo fasi di avviamento e arresto delle due macchine, incompatibili tra loro.

In questi casi un buffer rappresenta una soluzione semplice che richiede qualche metro di nastro trasportatore per regolarizzare il flusso ed evitare che la linea di processo si fermi di continuo.

Come immagini, i vantaggi in termini di efficientamento sono notevoli.

Quale buffer scegliere?

La scelta del sistema dipende da diversi fattori (anche di natura economica) ma ci sono tre variabili di cui bisogna sempre tener conto:

  • la modalità di funzionamento del sistema di accumulo;
  • lo spazio di accumulo disponibile;
  • la capacità di recupero.

Solamente valutando dettagliatamente questi aspetti si potrà rientrare rapidamente dell’investimento sostenuto per l’acquisto del buffer.

Il funzionamento del Buffer

Il buffer può essere di tipo LIFO (Last In First Out), in cui il primo prodotto a entrare nel buffer è l’ultimo ad uscire, oppure di tipo FIFO (First In First Out), in questo caso il primo prodotto a entrare è anche il primo a uscire.

A loro volta i sistemi FIFO possono essere:

  • macchine esterne alla linea;
  • macchinari che tengono in linea il prodotto aumentando gradualmente lo spazio di trasporto disponibile. Questo secondo caso garantisce la tracciabilità completa del prodotto e si qualifica più come un sistema evoluto di accumulo piuttosto che un buffer.

buffer LIFO sono i più economici e semplici e sono particolarmente adatti a prodotti non deperibili, con lunga data di scadenza, che possano restare in attesa del confezionamento finale anche per tempi relativamente lunghi.

I sistemi FIFO sono invece più adatti a prodotti freschi che richiedono tempi di percorrenza della linea limitati al fine di mantenere il ciclo del freddo. Sono di solito macchine più complesse e il prezzo in alcuni casi si può avvicinare a quello delle macchine di confezionamento.

Spazio di accumulo

La scelta delle dimensioni dello spazio di accumulo è legata all’efficienza delle macchine di confezionamento che ci sono a monte e a valle e ai loro tempi di ripristino in caso di micro fermata; nel caso di uno stop più lungo a causa di un guasto è difficile che sia sufficiente la presenza di un sistema in linea per evitare interruzioni totali.

Nella maggior parte dei casi lo spazio di accumulo può corrispondere a un tempo di produzione che va dai 2 ai 5 minuti; possono ovviamente esistere situazioni in cui la richiesta di accumulo sia nettamente superiore e in questo caso è bene valutare il rapporto costo – beneficio e l’impatto che la presenza stessa del buffer può avere sui tempi di rimessa in funzione della linea.

Spesso i tempi lunghi di ripristino di una micro-fermata sono dovuti al fatto che l’operatore non è libero di concentrarsi unicamente sul rimedio, perché i prodotti da monte continuano ad arrivare, creando una caotica situazione di stress.

Casi di applicazione reali hanno dimostrato che la presenza di un buffer può aiutare a contenere i tempi di fermo macchina.

Altro caso ancora è quello in cui vi sono delle macchine di processo a lunga percorrenza e il cliente desidera avere la possibilità di svuotarle completamente. In questa situazione gli spazi richiesti possono salire a venti e più minuti. Si tratta di situazioni limite, ma possono accadere.

La capacità di recupero

Una linea ben dimensionata richiede che il buffer possa restituire il prodotto durante la normale produzione, la macchina a valle deve essere, pertanto, in grado di funzionare a una velocità maggiore di quella nominale, tipicamente si va dal 10% al 20%.

Il tempo di svuotamento del buffer dipende da questa capacità di recupero.

Se desideri approfondire l’argomento, ho dedicato un video alla scelta del sistema di accumulo.

M.H. è un’azienda Italiana con trent’anni di esperienza nella movimentazione e logistica di stabilimento in qualsiasi settore industriale, che offre differenti soluzioni per sistemi di accumulo di tipo LIFO e FIFO, in base alle differenti esigenze del cliente.

Inoltre, M.H., grazie alla sua decennale esperienza, è in grado di supportare le aziende che hanno la necessità di ottimizzare ed efficientare la propria linea di confezionamento, offrendo soluzioni innovative e tecnologicamente avanzate.

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